Autoanalisi

Glicemia

E’ la misura della quantità “zucchero” (glucosio) nel sangue.
Il livello di glucosio nel sangue si alza dopo un pasto, per cui l’esame andrebbe effettuato a digiuno.
Un alto livello di glucosio a digiuno può essere indizio di patologie (es. insulino-resistenza, pre-diabete, diabete) e si consiglia di consultare il proprio medico curante per esami di approfondimento.

Colesterolo totale

Il colesterolo è una sostanza che appartiene alla classe dei Lipidi, cioè dei “grassi”, e svolge funzioni di fondamentale importanza nel nostro organismo.

Se la sua concentrazione nel sangue, però, è eccessiva (Dislipidemia) può favorire l’insorgenza di malattie a carico del sistema cardio-circolatorio.

Il Colesterolo totale contenuto nel sangue può essere misurato anche non a digiuno.
Per definire con maggior precisione il rischio connesso ad un livello eccessivo di colesterolo nel sangue, occorre conoscere il valore delle sue frazioni proteiniche: il cosiddetto “colesterolo buono” HDL e “colesterolo cattivo” LDL.

Colesterolo HDL

E’ il colesterolo “buono” in quanto tende ad eliminare l’eccesso di colesterolo dal sangue e veicolarlo al fegato, dove viene metabolizzato.
Maggiore è il valore di HDL, minore è il rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari.

Colesterolo LDL

E’ il colesterolo “cattivo”, in quanto contribuisce alla creazione di depositi sulle pareti delle arterie (placche aterosclerotiche).
Minore è il livello di LDL, minore è il rischio di sviluppare malattie a carico del sistema cardiocircolatorio.

Trigliceridi

Costituiscono, insieme al colesterolo, i principali grassi del nostro organismo.

Il loro livello aumenta in modo sensibile, dopo un pasto per poi diminuire gradualmente.
Per questo motivo l’esame dei trigliceridi andrebbe effettuato a digiuno.
Alti livelli di trigliceridi nel sangue aumentano il rischio cardiovascolare e sono direttamente connessi ad una dieta troppo ricca di grassi o di carboidrati.

Emoglobina glicata

Il test dell’A1c misura la quantità di zucchero (glucosio) che si lega con l’emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi (globuli che trasportano l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo).

Quando la glicemia è elevata le molecole di glucosio in eccesso si legano alle cellule di emoglobina formando la cosiddetta “emoglobina glicata” (o glicosilata).

L’emoglobina glicata rimane nel circolo sanguigno per l’intera vita del globulo rosso, circa 3-4 mesi.
Il parametro di emoglobine glicata indica la media dei valori glicemici del paziente nei 3-4 mesi precedenti all’esame ed è una misura utile per la diagnosi tempestiva e la gestione del diabete.

Test delle urine

Il test delle urine è un esame utile per una valutazione di base dello stato generale di salute e per individuare eventuali patologie a carico dei reni e delle vie urinarie. Viene inoltre richiesto per l’idoneità sportiva, per monitorare l’evoluzione di alcune malattie o l’efficacia delle terapie.

La Farmacia è dotata di uno strumento rapido della Siemens il Clinitek status +.

È possibile effettuare l’autoanalisi chimico-fisico dei seguenti parametri urinari:

  • Leucociti
  • Nitriti
  • Urobilinogeno
  • Proteine
  • PH
  • Sangue
  • Peso specifico
  • Chetoni
  • Bilirubina
  • Glucosio

La presenza di leucociti nelle urine è spia di una probabile infezione delle vie urinarie:

I leucociti, detti più comunemente globuli bianchi, sono un gruppo eterogeneo di cellule, preposte alla difesa dell'organismo da corpi estranei che penetrano al suo interno. Di conseguenza, la presenza di leucociti nelle urine può essere dovuta a processi infiammatori di varia natura. La maggior parte dei leucociti presenti nelle urine appartiene alla categoria dei neutrofili, i più numerosi presenti nel sangue circolante.
Normalmente, piccole quantità di nitriti di origine alimentare vengono espulse con le urine, con il sudore e con le lacrime. La concentrazione di queste sostanze nell'urina aumenta significativamente in presenza di infezioni urinarie, data la capacità di convertire i nitrati urinari in nitriti, propria di molti batteri.

L'urobilinogeno è una sostanza incolore che deriva dal metabolismo della bilirubina. Una volta originato, l'urobilinogeno viene principalmente escreto con le feci, mentre una quota del 20% circa viene riassorbita dal sangue e veicolata al fegato, quindi escreta con la bile. Una piccola frazione dell'urobilinogeno riassorbito sfugge al filtro epatico e viene escreta con le urine sotto forma di urobilina, responsabile della loro colorazione. Valori alterati di urobilinogeno nelle urine possono essere sintomo di alterazioni della funzionalità epatica.

La presenza di proteine nelle urine, nota anche come proteinuria, è una condizione medica che si riscontra quando vi è un'aumentata escrezione proteica a livello renale. Normalmente, i livelli proteici urinari sono molto bassi: nelle 24 ore, le proteine eliminate con l'urina non dovrebbero superare i 200 mg. In alcuni casi, questi valori possono aumentare temporaneamente nell’ambito del fisiologico.

Il pH delle urine riflette l'abilità renale nel mantenere una normale concentrazione di ioni idrogeno nel plasma e nei liquidi extracellulari. Tale risultato viene ottenuto principalmente tramite il riassorbimento di sodio e la secrezione di ioni idrogeno e ammonio da parte dei tubuli renali. A differenza di quello sanguigno, per il quale oscillazioni di ± 0,4 punti sono già di per sé spia di patologie gravissime, il pH delle urine oscilla normalmente tra 4,6 ed 8, in relazione alla dieta e alla salute dell'organismo. Al di fuori di questi limiti la condizione viene considerata patologica.

La presenza di sangue nelle urine, o ematuria, è dovuta alla presenza di globuli rossi nell’urina. La presenza di globuli rossi nell'urina può avere origine da qualsiasi punto del tratto urinario: reni, ureteri, vescica, uretra. Molte delle cause di ematuria sono di origine assolutamente benigna (come un'infezione dell'apparato urinario); altre possono presagire un disturbo importante a carico di organi corporei.

Il peso specifico delle urine dipende dalla quantità di sostanze in esse disciolte; tra queste, il contributo principale è fornito da urea, azoto, cloruro di sodio e vari minerali, oltre a sostanze "anomale" come glucosio e proteine. Perciò, tanto più le urine sono concentrate e tanto maggiore risulta il loro peso specifico. L’intervallo di normalità è compreso tra 1002 e 1028 g/L. L’aumento del peso specifico delle urine è detto iperstenuria, mentre l’ipostenuria ne indica l’abbassamento.

Chetonuria è un termine che si riferisce alla presenza di corpi chetonici (acido acetoacetico, acido β-idrossibutirrico e acetone) nelle urine. La chetonuria conferisce alle urine un caratteristico odore di cloroformio. Normalmente la quantità di queste sostanze eliminata con le urine è molto bassa (20-25 mg nelle 24 ore), o nulla, tanto da non essere dosabile con le tecniche usuali. La comparsa di corpi chetonici in grande quantità nelle urine coincide con l'aumento di queste sostanze nel sangue (chetosi), condizione che si instaura quando risulti ridotta la capacità dei tessuti di metabolizzare rapidamente i corpi chetonici e/o vi sia una massiccia utilizzazione dei depositi lipidici presenti nel nostro organismo.

La bilirubina è un pigmento di colore giallo-rossastro (da cui il nome), contenuto nella bile ed è un prodotto del catabolismo dell'emoglobina nei vertebrati. La presenza di bilirubina nelle urine (bilirubinuria) è da considerarsi un evento anomalo; in un soggetto sano, infatti, la bilirubina nelle urine dovrebbe essere assente o, al limite, presente in quantità piccolissime.

La glicosuria  o mellituria, è la presenza nelle urine di zuccheri: glucosio, galattosio, fruttosio, lattosio e i pentosi. I glucidi vengono filtrati nei reni attraverso i glomeruli e riassorbiti lungo tutto il tubulo prossimale. In caso di iperglicemia, (come nel diabete mellito), la capacità di riassorbimento del tubulo può risultare insufficiente, e si avrà glicosuria. Tale fenomeno è solitamente riconducibile alla natura del riassorbimento del glucosio a livello della prima metà del tubulo prossimale.

Proteina C Reattiva

Questo esame è utile se: vuoi prevenire i problemi cardiaci e se hai sintomi influenzali e vuoi scoprire se ti serve un antibiotico.

L’analisi della proteina C reattiva consente di valutare attraverso un prelievo capillare con pungidito, non invasivo ed indolore, la presenza di infezioni e stati infiammatori.

Nell’ambito delle cure primarie e in presenza di sintomi influenzali, la proteina C reattiva ha un’elevata accuratezza diagnostica nel differenziare infezioni virali da infezioni batteriche.

Le linee guida NICE4 infatti, raccomandano ai clinici la prescrizione di antibiotici ai pazienti con sospetto di polmonite quando i livelli di PCR superano 100 mg/L e il rinvio nella prescrizione di antibiotici se il valore di PCR è tra 20 mg/L e 100 mg/L: tale valore può essere utilizzato per il monitorare il decorso.
In ogni caso il quadro clinico dovrà essere valutato da un medico per una potenziale indicazione a terapia antibiotica.

Dal 2019 al 2021, tra gli italiani che hanno fatto utilizzo di antibiotici, sono aumentati coloro che lo hanno fatto di spontanea volontà senza consultare né un medico né un farmacista.
L’uso inappropriato degli antibiotici è tra le principali cause di antibiotico resistenza. La Review on Antimicrobial Resistance – un’analisi globale commissionata per valutare il problema della resistenza agli antibiotici – ha stimato che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di decessi all’anno, diventando la prima causa di morte al mondo.